Un nuovo rapporto del The New York Times ha suscitato polemiche affermando che il Presidente Donald Trump e la sua famiglia potrebbero aver tratto benefici finanziari dalla risoluzione o dall'alleggerimento di diversi casi legati alle criptovalute durante il suo secondo mandato. Secondo il rapporto, un numero significativo di azioni esecutive contro aziende crypto sono state abbandonate o attenuate dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca, sollevando preoccupazioni riguardo a potenziali conflitti di interesse.
L'indagine del NYT ha rilevato che oltre il 60% dei casi crypto attivi all'inizio del secondo mandato di Trump sono stati successivamente sospesi, ridotti o archiviati. Questo livello di riduzione si è distinto nettamente rispetto alle tendenze di enforcement in altri settori, dove solo una piccola frazione dei casi è stata abbandonata. Nello stesso periodo, i regolatori hanno continuato a perseguire i casi non legati alle crypto come di consueto, rendendo il settore crypto un'eccezione piuttosto che la norma.
Il rapporto ha descritto questo cambiamento come insolito, osservando che la Securities and Exchange Commission storicamente ha evitato di ritirarsi da grandi gruppi di casi all'interno di una singola industria.
Secondo il NYT, diversi dei casi alleggeriti o archiviati coinvolgevano aziende o individui che in seguito hanno sviluppato legami politici o d'affari con Trump o la sua famiglia. Il rapporto sostiene che alcuni esiti legali sono coincisi con donazioni o legami con le crescenti iniziative crypto della famiglia Trump.
Un esempio citato è quello di una società crypto fondata dai gemelli Winklevoss. L'azienda avrebbe affrontato una causa federale che si è arenata dopo il cambio di amministrazione. All'incirca nello stesso periodo, anche la SEC ha completamente abbandonato il suo caso contro Binance. Un altro cambiamento di rilievo ha riguardato Ripple Labs, dove la SEC ha successivamente cercato di ridurre una sanzione imposta dal tribunale dopo il ritorno di Trump in carica.
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Il rapporto afferma che i casi crypto sono stati archiviati a un tasso molto più elevato rispetto ai casi che coinvolgono altri settori. Dei 23 casi crypto ereditati dall'amministrazione precedente, la SEC si sarebbe ritirata da 14. Otto di questi coinvolgevano imputati che successivamente hanno formato legami finanziari o politici collegati a Trump o alla sua famiglia. Al contrario, solo circa il 4% dei casi non crypto ereditati nello stesso periodo sono stati archiviati, evidenziando quello che il NYT ha descritto come uno squilibrio evidente.
Non tutti concordano con le conclusioni del rapporto. L'analista crypto Alex Thorn ha fortemente criticato l'impostazione del NYT, sostenendo che ignora il contesto dell'approccio dell'amministrazione precedente alle crypto. Secondo lui, la precedente repressione sulle crypto era tutt'altro che normale ed è stata apertamente criticata per anni da legislatori bipartisan e persino da tribunali federali.
Thorn cita momenti passati in cui il Congresso, inclusi i Democratici, si è mosso per annullare le politiche aggressive della SEC legate alle crypto, dimostrando che la resistenza a quell'approccio era diffusa. A suo avviso, l'attuale allentamento dell'enforcement riflette una correzione di una fase regolatoria estrema piuttosto che favoritismi o guadagni personali.
