La Fed può vincere la battaglia per la sua indipendenza? La riconferma di Powell potrebbe essere la chiave decisiva

Bank of America ritiene che la nomina di un nuovo presidente della Federal Reserve da parte di Trump non sia motivo di preoccupazione; se Powell rimanesse come membro del consiglio, lo spazio di manovra della Casa Bianca sarebbe fortemente limitato. Inoltre, un comitato più hawkish renderebbe impotente anche un presidente desideroso di assecondare le richieste di taglio dei tassi di Trump.

Fonte: Golden Ten Data

Guardando al 2026, una questione chiave è fino a che punto i fattori politici influenzeranno le operazioni della Federal Reserve. Dall’inizio di quest’anno, il presidente degli Stati Uniti Trump e il suo gabinetto hanno fatto pressione sulla Federal Reserve affinché tagli i tassi e modifichi la politica monetaria, una situazione che non è senza precedenti nella storia.

Tuttavia, questa amministrazione Trump ha adottato misure ancora più estreme: ha minacciato di licenziare il presidente della Federal Reserve Powell e lo ha attaccato personalmente, ha tentato di rimuovere altri membri del Federal Open Market Committee (FOMC), e addirittura Trump si è recato personalmente alla sede della Federal Reserve durante una disputa sui costi di ristrutturazione.

Guardando al futuro, gli analisti stanno già riflettendo su cosa significherebbe per l’indipendenza della banca centrale un presidente della Federal Reserve nominato da Trump. Come sottolineato da Paul Donovan di UBS in un rapporto ai clienti all’inizio di questa settimana, un presidente troppo allineato con la Casa Bianca potrebbe ripetere gli errori della collaborazione tra il presidente Nixon e Arthur Burns negli anni ’70—una collaborazione che finì in disastro.

Donovan ha aggiunto: «Burns alla fine affrontò una ribellione interna alla Federal Reserve, e dato che i policymaker della Fed hanno recentemente mostrato uno spirito di indipendenza più forte nei modelli di voto sulle politiche, si dovrebbe essere cauti nel sovrainterpretare le azioni di una singola persona all’interno della Fed.»

Aditya Bhave, senior economist per gli Stati Uniti di Bank of America, ha espresso una cautela simile durante un recente briefing con i media. Quando la rivista Fortune gli ha chiesto dei rischi per l’indipendenza della Fed sotto una nuova presidenza, Bhave ha affermato che la questione «dipende quasi più dalla composizione complessiva del comitato che non solo dal presidente della Federal Reserve».

Ha spiegato: «Sappiamo che ci sarà un nuovo presidente della Federal Reserve, che potrebbe prendere il posto di Steven Miran nel consiglio. Quindi, in questo senso, se il nuovo nominato avesse inclinazioni politiche simili a Miran, semplicemente cambiare la persona non cambierebbe davvero l’orientamento complessivo del consiglio. La vera domanda è: Powell rimarrà come membro del consiglio?»

Miran era precedentemente presidente del Consiglio dei Consulenti Economici di Trump e all’inizio di quest’anno ha sostituito Adriana Kugler nel FOMC dopo le sue dimissioni. È generalmente visto come una nomina temporanea, con il suo mandato che dovrebbe terminare il mese prossimo.

Sebbene il mandato di Powell come presidente della Federal Reserve scada a maggio 2026, il suo mandato come membro del consiglio della Fed durerà fino a gennaio 2028—il che significa che potrebbe rompere la tradizione e restare alla Fed per alcuni anni in più, cosa che probabilmente irriterebbe la Casa Bianca.

Bhave ha aggiunto: «Su questo punto, Powell è sempre stato molto vago. Negli ultimi 75 anni, ci sono pochissimi precedenti di presidenti che rimangono come membri del consiglio, ma Powell non ha nemmeno detto che se ne andrà.»

Di fronte a una serie di critiche dalla Casa Bianca, Powell è sempre stato un fermo difensore dell’indipendenza della Federal Reserve. Ha dichiarato chiaramente che, se la Casa Bianca gli chiedesse di dimettersi, non lo farebbe, aggiungendo che un tentativo del governo in tal senso sarebbe illegale.

Quest’estate, Powell ha dichiarato a Bloomberg: «La nostra indipendenza è una questione legale. In generale, l’indipendenza della Federal Reserve è ampiamente compresa e sostenuta sia a Washington che al Congresso, ed è questo che conta davvero. La chiave è che possiamo prendere decisioni e che le prendiamo solo sulla base del nostro miglior giudizio, basandoci sulla migliore analisi dei dati, su come raggiungere i nostri obiettivi di doppio mandato... per servire al meglio il popolo americano.»

La composizione del FOMC è la questione più cruciale

Il mese scorso, il presidente della Federal Reserve di Atlanta Raphael Bostic ha confermato che si ritirerà alla fine del suo mandato nel febbraio 2026, il che significa che ci sarà un’altra posizione vacante nel FOMC che Trump potrebbe riempire con un economista dovish.

Inoltre, c’è la questione della consigliera Lisa Cook, che Trump ha cercato di rimuovere dal comitato; lei difenderà la propria posizione in un’udienza alla Corte Suprema il prossimo gennaio. La Casa Bianca spera che il procedimento legale vada a loro favore, offrendo così ulteriori opportunità di nominare i propri candidati preferiti.

Bhave ha aggiunto: «Se si considera un cambiamento completo nel modo di pensare della Federal Reserve, credo che queste questioni siano molto più importanti di chi sarà il prossimo presidente. Se ci si trova di fronte a un presidente della Fed che dice ‘voglio portare i tassi al 2,5%’, ma questo comitato esita anche solo di fronte a un taglio di 25 punti base proposto da Powell, allora credo che questo presidente non farà molti progressi in tale contesto—secondo le nostre stime, circa 8 dei 12 presidenti delle Federal Reserve regionali non vogliono tagliare i tassi, sia che lo abbiano dichiarato esplicitamente sia che tendano a non volerlo fare.»