[Thread in inglese] Analisi approfondita: come Plasma può cambiare il panorama dei pagamenti on-chain?
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Oggi viene listata XPL, una nuovissima chain USDT: riuscirà a competere con la chain Tron di Justin Sun?
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Sumcap
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Sumcap: Il 3 gennaio 2009 nasce il blocco genesi di Bitcoin, all’interno del quale è stata inserita la famosa frase: “The Chancellor on brink of second bailout for banks.” Questa frase si riferisce direttamente al Cancelliere dello Scacchiere britannico, Alistair Darling, che dopo la crisi finanziaria del 2008 si preparava a utilizzare nuovamente i soldi dei contribuenti per salvare le banche in difficoltà. In precedenza, il fallimento di Lehman Brothers aveva già congelato il sistema finanziario globale, facendo evaporare il valore dei titoli garantiti da ipoteca e mettendo a nudo le carenze di regolamentazione, l’avidità delle istituzioni e la realtà che, alla fine, sono le persone comuni a pagare il conto. In questo contesto, Bitcoin è stato visto come un prodotto della crisi, presentandosi come una moneta sana: offerta fissa, nessuna autorità centralizzata, trasferimento peer-to-peer e nessun rischio di salvataggio. Tuttavia, il prezzo da pagare per una moneta sana è l’elevata volatilità in termini di dollari. Con l’ingresso di un numero crescente di persone nel mercato, la domanda di prevedibilità nei pagamenti e nelle regolazioni è rapidamente aumentata. Rispetto a (a) bonifici bancari, (b) giorni necessari per il regolamento, (c) commissioni elevate, i pagamenti in Bitcoin non offrivano vantaggi naturali in termini di velocità e costi, il che ha ulteriormente stimolato la ricerca sulle stablecoin. Nel luglio 2014, BitShares ha lanciato $BitUSD, consentendo agli utenti di collateralizzare $BTS per coniare token ancorati al dollaro, ma la dipendenza eccessiva da $BTS faceva sì che un calo del prezzo innescasse rapidamente la liquidazione, rendendo difficile la stabilità. Pochi mesi dopo, Tether ($USDT) è stato lanciato, supportato da valuta fiat in custodia, con riscatto 1:1, senza necessità di sovracollateralizzazione o meccanismi complessi; in un solo anno il volume di scambi ha raggiunto i 19.3 milioni di dollari e la capitalizzazione di mercato 1.45 milioni di dollari. Rispetto all’ETH a 1 dollaro e al BTC a 240 dollari dell’epoca, il successo di USDT ha mostrato l’efficienza e l’intuitività del suo modello. Successivamente, MakerDAO ha lanciato la stablecoin decentralizzata DAI, Circle ha introdotto la conforme USDC, e le stablecoin sono gradualmente diventate il mezzo di pagamento e scambio più importante nel mondo crypto. Nel 2024, le stablecoin sono diventate il prodotto più utilizzato nel settore crypto, con una capitalizzazione di mercato di 271.6 miliardi di dollari, superando persino il totale del valore bloccato in DeFi (166.1 miliardi di dollari). Nel frattempo, Visa ha elaborato pagamenti per un totale di 13.2 trilioni di dollari, mentre il volume lordo delle regolazioni on-chain delle stablecoin ha superato i 22 trilioni di dollari; anche escludendo i trasferimenti interni agli exchange e il MEV, rimangono 5.67 trilioni di dollari di volume reale. Il volume medio giornaliero regolato, aggiustato, è cresciuto del 120% in un anno, passando da 432.3 miliardi a 949.1 miliardi di dollari, a dimostrazione della domanda costante di stablecoin. Ancora più importante, nel luglio 2025, il “Genius Act” degli Stati Uniti riconoscerà ufficialmente le stablecoin come strumenti di pagamento legali, includendole nei principali sistemi di regolamento come le reti di carte di debito, ACH e bonifici bancari. Tuttavia, l’infrastruttura non è riuscita a tenere il passo. Prendendo come esempio USDT, che detiene oltre il 60% del mercato, esso si basa ancora su chain generaliste come Ethereum, che non sono progettate per i pagamenti: i trasferimenti richiedono il pagamento di gas fee variabili e le esigenze di conformità e supporto su larga scala delle istituzioni non sono ancora soddisfatte. Questo crea una contraddizione: le stablecoin hanno ormai una dimensione paragonabile a Visa, ma rimangono cittadini di seconda classe, essendo semplici token sulla maggior parte delle blockchain pubbliche. Una situazione simile si verifica anche per Bitcoin. Sebbene sia già il settimo asset più grande al mondo, con una capitalizzazione superiore a quella dell’argento, il suo tasso di utilizzo nella DeFi è estremamente basso. Le attuali versioni wrapped di BTC (come WBTC) sono distribuite su diverse chain, creando liquidità frammentata e limitando gravemente il suo potenziale di finanziarizzazione. Per risolvere questi problemi, la Plasma Foundation ha proposto un design on-chain che dà priorità alle stablecoin e a BTC nativo. Non considera USDT o BTC come elementi esterni, ma li integra direttamente come cittadini di prima classe del sistema. Il suo nucleo tecnologico comprende: il meccanismo di consenso PlasmaBFT (basato su una versione migliorata di Fast-HotStuff, supporta il parallelismo pipeline, aumentando l’efficienza della produzione dei blocchi); il livello di esecuzione Reth (compatibile con EVM, costruito in Rust, ad alte prestazioni per l’elaborazione delle transazioni e delle transizioni di stato); e il bridge BTC nativo (guidato da una rete di validatori decentralizzati, che elimina la custodia centralizzata e le multi-firma di piccola scala). Questo tipo di bridge non solo aumenta la minimizzazione della fiducia, ma, grazie allo standard cross-chain token di LayerZero (OFT), unifica la liquidità di $pBTC, evitando la frammentazione tipica di WBTC. Dal punto di vista dell’esperienza di pagamento, il meccanismo stablecoin di Plasma è altrettanto innovativo: supporta trasferimenti USDT senza commissioni, con le gas fee sponsorizzate da un Paymaster a livello di smart contract; consente l’uso diretto del dollaro come gas nativo; e introduce pagamenti privati e auditabili, bilanciando conformità e riservatezza. Questa architettura rende Plasma un layer di regolamento BTC-USDT nativo per natura. 【Originale in inglese】
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