- Le riserve totali di BTC nei tesorieri hanno raggiunto un massimo storico di 840.000 BTC.
- Tuttavia, la dimensione media degli acquisti è crollata di un impressionante 86 percento.
- Questa domanda in calo è stata il principale motore del rally di Bitcoin nel secondo trimestre.
Sono stati gli eroi dell’ultimo grande rally, il tema centrale della recente conferenza BTC Asia, il loro insaziabile appetito per Bitcoin ha spinto il mercato a nuovi massimi.
Ma un’ombra è calata sul mondo dei tesorieri aziendali di Bitcoin.
Un nuovo rapporto rivela una tendenza preoccupante sotto la superficie: sebbene le loro riserve totali siano più grandi che mai, la loro convinzione, misurata dalla dimensione degli acquisti, è crollata.
La grande contraddizione: più attori, scommesse più piccole
I dati on-chain, messi in luce in un nuovo rapporto di CryptoQuant, raccontano una storia di due verità contrastanti.
Da un lato, le riserve aggregate di Bitcoin nei tesorieri sono salite a un record di 840.000 BTC, una riserva guidata dal gigante Strategy, che detiene 637.000 BTC. Anche l’attività transazionale rimane vicina ai massimi storici, con 46 operazioni solo ad agosto.
Dall’altro lato, però, la dimensione media di questi acquisti è precipitata. Strategy ha acquistato solo 1.200 BTC per transazione ad agosto, mentre altre aziende hanno mediato appena 343 BTC.
Entrambe queste cifre sono diminuite di un impressionante 86 percento rispetto ai loro picchi all’inizio del 2025. In totale, Strategy ha acquisito solo 3.700 BTC ad agosto, un sussurro rispetto ai 134.000 BTC acquistati al suo apice lo scorso anno.
Questo non è il comportamento di un mercato pieno di fiducia; è il segno di acquisti più piccoli e titubanti, un chiaro segnale di vincoli di liquidità o di una convinzione in calo.
Il fantasma dei rally passati
Questo drastico rallentamento è una grande preoccupazione per gli investitori perché è stato il motore incessante dell’accumulazione dei tesorieri a guidare la spettacolare crescita del prezzo di Bitcoin nel secondo trimestre.
Come riportato da CoinDesk all’epoca, entro la fine di agosto 2025, le istituzioni assorbivano oltre 3.100 BTC al giorno contro appena 450 estratti.
Questo ha creato un potente squilibrio domanda-offerta di 6 a 1 che ha fatto impennare i prezzi.
Ora, quel motore sta rallentando. Questa domanda in calo solleva il rischio critico che la forza attuale del prezzo di mercato possa non essere sostenibile se i giganti del settore continueranno a muoversi con cautela invece di acquistare su larga scala.
Una nuova speranza? L’ascesa del fronte dei tesorieri asiatici
Ma mentre i giganti occidentali diventano più titubanti, un nuovo fronte nel movimento dei tesorieri si sta aprendo a Est.
Secondo un rapporto di Bitwise, solo tra luglio e agosto sono state create 28 nuove società di tesoreria, che hanno aggiunto collettivamente oltre 140.000 BTC alle loro casse.
Ancora più significativo, l’Asia sta emergendo come il prossimo grande campo di battaglia. Sora Ventures, con sede a Taiwan, ha lanciato un enorme fondo da 1 miliardo di dollari specificamente per sostenere nuove società di tesoreria regionali, con un impegno iniziale di 200 milioni di dollari.
Questo nuovo veicolo raccoglierà capitale istituzionale per sostenere una nuova ondata di partecipanti, un modello diverso rispetto all’attuale maggiore attore della regione, Metaplanet.
Il palcoscenico è ora pronto per uno scontro affascinante e cruciale.
La domanda centrale che definirà la prossima fase dell’adozione di Bitcoin—e il suo prezzo—è se questa nuova ondata affamata di tesorieri asiatici potrà compensare l’appetito in calo degli incumbent che hanno aperto la strada.
Aggiornamenti di mercato
BTC: Bitcoin rimane resiliente per ora, scambiando nella fascia tra 110.000 e 113.000 dollari. Il prezzo è sostenuto dalle ampie aspettative di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve e da continui, seppur più piccoli, afflussi istituzionali tramite ETF.
ETH: Ethereum è scambiato vicino al livello di 4.300 dollari. La sua recente debolezza, segnata da un calo settimanale del 3,8 percento, è attribuita agli outflow dagli ETF e al trading storicamente fiacco che caratterizza il “Settembre Rosso”.
Tuttavia, le prospettive a lungo termine rimangono positive, sostenute dal profondo interesse istituzionale e dalla crescente attività di staking.